Behind Surfaces, il tappeto che svela la materia

È nell’aria, a volte compare come un gioco, una bellezza grezza che emerge in modo inaspettato.  L’ispirazione è anche questo: scovare il senso dietro un accadimento casuale che rivela un’idea che è sempre stata lì, in attesa.

Sotto e dietro, nell’invisibile che si manifesta.

È il caso di Behind Surfaces, uno studio su ciò che si cela dietro una superficie.

In occasione di una ristrutturazione, staccate delle piastrelle è emersa una texture tridimensionale frutto della colla che permetteva l’aderire del rivestimento alla parete.

Un materiale destinato ad essere nascosto quindi aveva preso vita e si era trasformato imponendosi allo sguardo come portatore di una grazia inusuale riconducibile ad un’impronta, un’immagine astratta, quasi una sindone.

Quelle forme flessuose dal forte impatto visivo non potevano essere semplicemente ricoperte, chiedevano di essere rivelate generando al contempo una riflessione sul come dare risalto agli strati inferiori.

Ciò che vediamo di una composizione architettonica infatti non è che la patina finale sostenuta da uno scheletro di cemento armato, ferro, intonaco non percepito e dimenticato ma essenziale cui va dato valore perché ne rappresenta il nucleo, lo spirito stesso della costruzione.

Il primo risultato di questa ricerca, grazie alla collaborazione con CC-Tapis, è stato la realizzazione di un tappeto tridimensionale che mostra l’aspetto di ciò che sta sotto il pavimento sul quale poggia.  E così dopo aver fotografato una porzione della texture e averla replicata in modo da ottenere una dimensione standard, è nato Behind Surfaces, il tappeto annodato a mano da artigiani tibetani in Nepal.

Una vertigine concettuale, la cattura di un’essenza attraverso migliaia di nodi, l’andare oltre il visibile nell’intimo della materia.

Una rivelazione di seta intrecciata ma anche la prima tappa di un progetto più ampio.

Stay tuned.

novembre 2017