Un organismo monocellulare diviso in due volumi strutturalmente uguali e internamente simili ma opposti. Questo è il progetto di ristrutturazione e interior per due loft gemelli nella Milano postindustriale del 2007. Il lavoro è stato svolto infatti su un ex fabbrica della zona sud-milanese, un tempo periferia industriale e oggi quartiere residenziale.
Due loft gemelli, che presentano il medesimo disegno degli spazi interni, perchè nati dalla divisione longitudinale di un’unica manica lunga, ma diversi nell’arredo. Il primo è abitazione dello stesso Delrosso, il secondo è l’abitazione privata di un fashion designer. Il piano terra dei due loft, ospita in modo speculare l’ingresso, la cucina a vista, l’apertura sul piccolo giardino privato, un lungo tavolo con sedute alte, un bagno e la scalinata che porta ai piani superiori. La scalinata è l’elemento forte, grazie ai suoi volumi (che incorporano il bagno), al materiale grezzo (ferro decappato) con saldature a vista e allo svuotamento delle alzate dei gradini, così che salendo cambia il punto di vista e la scala si alleggerisce assumendo la consistenza di un origami.
Come i colori utilizzati per le superfici: bianco integrale per il legno laccato satinato dei contenitori e per il piano di lavoro in Corian.
Le simmetrie e le diversità si rincorrono poi anche ai piani superiori. Al primo piano zona living una porzione di soletta in vetro offre uno sguardo sulle cucine sottostanti. Al secondo piano l’ortogonalità rigorosa degli ambienti è interrotta da un letto circolare e da una parete intera fatta di morbidi tendaggi bianchi che sostituiscono le ante della cabina armadio. Lo spazio nell’ ultimo livello del sottotetto è uno total white destinato alla stanza per gli ospiti.
Grazie ai colori (bianco, grigio, natural brown e nero), e ai materiali (vetro, legno, corian e ferro) e perfino nelle piccole diversità di destinazione d’uso, si esplora una simmetria concettuale e ironica, prima ancora che strutturale e progettuale. Per un architetto è un’occasione rara, perciò questo lavoro si colloca come area di libera sperimentazione, per i lavori futuri.
photo credits: Matteo Piazza