Il progetto proposto ha l’obbiettivo di riorganizzare il complesso di edifici esistenti, in relazione anche con quelli di imminente e futura realizzazione, trasformando questo particolare e suggestivo sito in un sistema di funzioni connesse non solo al turismo sportivo, ma anche culturale, raccontando la storia di un contesto montano unico.
Da un punto di vista energetico la proposta è quella di mantenere un approccio olistico concentrandosi sui temi dell’approvvigionamento idrico e del riscaldamento passivo.
Il concept prende spunto dall’affascinante panorama montano che circonda il Plateau Rosà.
La proposta progettuale sta nella combinazione degli elementi naturali che trasformeranno l’edificio esistente in una sintesi del paesaggio.
La verticalità delle montagne, insieme alla forma piramidale del Cervino evocano la tipologia archetipica della tepee, la tenda, il primo riparo ancestrale e rifugio per eccellenza, da sempre declinato in ambiente montano come campi base per gli escursionisti o bivacchi alpini.
Altro elemento di forte suggestione è la conformazione dei ghiacci, con i suoi riflessi in costante mutamento.
L’autosufficienza energetica diventa dunque un una necessità, dichiarata dalla difficoltà del reperimento delle risorse: le “vele”, segni delle antiche tepee, andranno a proteggere il volume esistente ed, attraverso l’inserimento di sistemi tecnologici, provvederanno all’approvvigionamento idrico ed elettrico.
La grande vetrata poligonale rivolta verso il Cervino, potente analogia della conformazione del ghiacciaio e allo stesso tempo strumento per captare il calore naturale del sole.