casa rv – biella IT

I luoghi e le cose mutano. Ma anche le case. Se qualcuno tornasse a Vandorno dopo una lunga assenza e cercasse come punto di riferimento una modesta casa unifamiliare rivestita di cemento rosa con le finestre bianche, non riuscirebbe a orientarsi perché quella che l’ha sostituita non ne serba neppure un lontano ricordo. Ormai al sicuro nella memoria di chi ci abita, e ci ha abitato, e di chi l’ha progettata di nuovo. Delrosso qui ha lavorato su una preesistenza, una casa progettata e realizzata da suo padre negli anni settanta, e poi abitata dai genitori degli attuali proprietari. La seconda generazione, che ha mantenuto l’amicizia instauratasi fra le due famiglie fin da allora, ha voluto affidare la trasformazione proprio a lui. Un vero passaggio di testimone, che chiude un cerchio professionale e personale. Già dall’esterno la nuova veste riconcilia la palazzina con quello che accade all’interno, soddisfacendo le esigenze di identificazione richieste dai nuovi abitanti. È stato un lavoro di riscrittura, compositiva e formale; ma anche di decontestualizzazione dal circostante costruito, che azzera l’orologio del tempo. Il fabbricato nuovo è cresciuto in verticale e in orizzontale su quello vecchio. L’introduzione di un nuovo volume, su tre piani, ha consentito la realizzazione di una piscina rivestita in pietra alla quale si accede dal solarium realizzato in luogo della copertura. Ed è stata aggiunta un’articolata struttura metallica per ricavare ampi terrazzi per la zona giorno e notte e ristabilire un contatto, fino ad allora negato, con il verde nel quale è immersa. Ma anche per creare una maggiore privacy. L’insieme è stato quindi rimodellato per dare al volume una forma geometrica più regolare. L’architetto non nasconde la citazione. A guidarlo nel progetto è stata la celebre Smith House di Richard Meier, basata proprio sullo studio dell’ambiente circostante e radicata nel territorio, con una “naturale artificialità” che muta lo spazio, fondendosi con esso.

photo credits: Fausto Mazza