Doppio appuntamento di Federico Delrosso in Russia

In occasione dell’Eurasian Prize e della Moscow Architecture Biennale l’architetto e designer Federico Delrosso, partendo dalla recente monografia Spostando il limite, presenta il suo lavoro ventennale e le sue riflessioni sul rapporto fra luce e architettura.

2014 Eurasian Prize, Ekaterinburg (RU), 22/23 Maggio

2014 4th Moscow Architecture Biennale, Mosca (RU), 25 Maggio

Federico Delrosso è atteso in Russia per due conferenze. Il 22/23 maggio sarà a Ekaterinburg, in occasione del conferimento dei premi di architettura e design dell’Eurasian Prize, edizione 2014, di cui è anche membro di giuria. Nella cornice della manifestazione nata nel 2002, l’architetto di origini biellesi con base a Milano e New York, parlerà dell’interazione tra “Luce e architettura”, come condizione basilare del suo approccio progettuale, a partire da considerazioni fisiche e filosofiche della materia come energia e coscienza:

“Se la materia è energia, la luce è energia elettromagnetica e noi stessi siamo energia, ciò che facciamo con l’architettura non è altro che tentare di creare, nello spazio e nei volumi, un ‘campo magnetico’ di interazioni energetiche. Ma l’energia è anche coscienza, e questa resta nella memoria di ciò che progettiamo. Il senso del nostro lavoro, quindi, non è semplicemente un gesto estetico fine a se stesso. Ma dato che muoviamo energia, influenzando emozionalmente le persone, diventa un atto di grande responsabilità sociale“. F.D.

Nel rispetto dello ‘spirito del luogo’, che si tratti di spazi di lavoro, della ristorazione o abitativi, i progetti di Delrosso restituiscono quella “speciale alchimia che si genera fra spazio costruito, chi lo abita e chi lo ha concepito” instaurando un rapporto con la luce di svelamento, sorpresa ed emozione. E utilizza materiali naturali, come legno, pietra e metallo, nella ricerca di ristabilire un equilibrio originario con la natura e quanto ci offre. Ne sono esempio le case unifamiliari nelle colline biellesi, così come i loft di matrice più industriale o gli appartamenti e gli uffici, i bar e i ristoranti calati in ambienti urbani, in Italia e all’estero.

Ma lo sono anche i progetti di design: tavoli e sedute (nel catalogo HENRYTIMI) e soprattutto lampade (davide groppi), che nascono in quei luoghi da lui progettati. “Le lampade, come le architetture che progetto, sono contenitori e diffusori di energia”, afferma Delrosso. Mima, Palpebra, Spiragli o la recente Shade indicano fughe, disegnano superfici e creano volumi in un continuo gioco di ombre, memoria e atmosfere.

Oltre vent’anni di lavoro raccontati nel volume Spostando il limite (di Porzia Bergamasco, Skira editore, pp. 184, euro 39) che farà da sfondo anche nel suo secondo appuntamento russo, in occasione della quarta edizione della Moscow Architecture Biennale (25 maggio).

Un titolo che è “una metafora che credo ben descriva il mio lavoro e il mio approccio al lavoro”, scrive Delrosso nell’introduzione. “Per me una continua ricerca di quella emozione speciale che una sfida o la sensazione di aver superato il proprio limite, rispetto a una determinata condizione, rappresentano”.

Una riflessione che l’autrice della monografia indica anche come “un punto di osservazione che spiega il rapporto con lo spazio, spinto sempre oltre il suo limite fisico con una determinante partecipazione emozionale della luce, studiata per liberare tutte le sue estensioni naturali”.

Le conferenze saranno quindi occasione di un percorso a ritroso nelle opere realizzate attraverso l’indagine di una architettura che, come scrive ancora l’autrice: “vive con un’estetica funzionale fatta di linee geometriche e sentire organico, aperto alla quotidianità di chi abiterà i suoi luoghi”.

maggio 2014